Informal Learning: impara con spontaneità

L’apprendimento molte volte non è frutto di un percorso programmato e strutturato, ma può verificarsi in modo spontaneo, in contesti non predisposti, grazie anche solo all’ascolto o all’osservazione dell’esperienza di qualcun altro. Può essere sufficiente un video, un podcast, o in generale contenuti veicolati attraverso i canali social.
Alfredo Goffredi copywriter
Alfredo Goffredi

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Informal Learning

Sommario

Informal Learning: cos’è?

Per Informal Learning si intende un tipo di apprendimento indipendente, non inserito all’interno di un programma di formazione tradizionale. Una modalità di apprendimento più libera, insomma, in cui l’utente ha una completa autonomia sulla scelta dei contenuti da fruire e sui canali da cui attingere, in base ai propri interessi o necessità.

Il repertorio vastissimo di contenuti offerti dai social rende bene l’idea di “apprendimento informale”. Da YouTube a TikTok, da Instagram a Facebook, tutte le piattaforme sono ormai popolate da professionisti e appassionati che condividono conoscenze o prassi con i loro follower.

Cercare un corso sui social network può non essere la strada canonica della formazione tradizionale, eppure è proprio quello che succede quando si parla di Informal Learning: l’utente che si documenta sui propri interessi cerca un tutorial o un corso, o talvolta vi si imbatte per caso. Oppure si rivolge a YouTube per un primo approccio con nuove tecniche, strumenti, esercizi di fitness, lezioni di chitarra, ricette, utilizzo di nuovi software. L’elenco è pressoché illimitato.

Un aspetto da mettere in evidenza è sicuramente l’approccio “learning by doing” ovvero l’apprendimento attraverso l’azione. Questa modalità implica, infatti, l’acquisizione di nuove conoscenze e abilità direttamente attraverso la pratica. Il processo di apprendimento si attiva, così, all’interno di una situazione in cui è richiesto di mettersi immediatamente all’opera. Risulta facilmente chiaro come una dinamica di questo tipo possa velocemente stimolare abilità come problem solving, creatività, leadership partendo dall’input della partecipazione e dell’assunzione di un ruolo nella dinamica.

Questi indubbi punti di forza dell’apprendimento informale forniscono una solida spalla ai percorsi di formazione tradizionale, offrendo all’utente l’opportunità di integrare la propria esperienza di apprendimento attingendo da altre fonti, spesso percepite come più leggere e fruibili, perché svincolate da una programmazione specifica, da un percorso definito.

Informal Learning: caratteristiche

Abbiamo visto come l’Informal Learning risponda all’esigenza sempre crescente di diversificazione nelle tipologie di apprendimento; un po’ come accade, nella società attuale, con l’informazione.
L’Informal Learning è libero, legato alla necessità, spesso spontaneo e soprattutto multidirezionale e multidisciplinare.

Ma quali sono le caratteristiche che lo definiscono?

Facciamo uno zoom sugli elementi principali.

  • Contenuti in linea con gli interessi dell’utente. Trattandosi di una forma di apprendimento spontanea, i suoi contenuti rispecchiano fortemente gli interessi o i bisogni di apprendimento dell’utente, che sceglie, seziona e fonde informazioni, educando così l’algoritmo alle proposte future;
  • Contesto informale. L’assenza di un percorso prestabilito rende l’ambiente di apprendimento più simile a momenti di scambio che non a una lezione, a prescindere che ci sia o meno uno scambio tra gli interlocutori;
  • Importanza dell’esperienza. Spesso i contenuti dell’Informal Learning sono calati all’interno di un contesto esperienziale o all’interno di una storia, soluzione che amplifica l’esperienza utente in termini di partecipazione e apprendimento;
  • Presenza di una community. Il ruolo dei social fa sì che spesso l’Informal Learning sfoci nel Social Learning, anche attraverso la condivisione sui canali social dei contenuti appresi o delle prassi acquisite: far parte di una community di utenti appassionati è molto stimolante perché fornisce uno slancio maggiore alla motivazione all’apprendimento, facilitando quest’ultimo.

Ogni elemento spiega in modo inequivocabile il motivo per cui l’Informal Learning è oggi elevato allo stesso livello di dignità delle altre forme di apprendimento adottate nei percorsi di formazione degli adulti.

Esempi Gamification E-learning

Differenze fra apprendimento formale e informale

Le principali differenze tra apprendimento formale e informale sono già emerse dagli elementi discussi finora, possiamo però sicuramente sintetizzare i concetti principali nei seguenti punti:

  • Percorsi di formazione strutturati e definiti vs apprendimento spontaneo orientato dalle preferenze dell’utente;
  • Contesto di formazione predisposto o controllato vs ambienti di apprendimento liberi da vincoli fisici e temporali;
  • Programmi di apprendimento progettati da docenti in base agli obiettivi di formazione vs apprendimento in modalità “learning by doing”;
  • Esperienza di formazione riconosciuta da certificazioni vs esperienza di apprendimento fondata sull’acquisizione di abilità attraverso la partecipazione spontanea.

Il confronto tra questi elementi rende più nitidi i confini tra le due modalità di apprendimento in esame.

Informal Learning: esempi

Per reperire qualche facile esempio di Informal Learning possiamo sicuramente attingere dal mondo dei social.

Il repertorio è così vasto che l’elenco rischia di essere illimitato, ma pochi esempi sono sicuramente sufficienti per farsi un’idea.

Vuoi esplorare tutti gli aspetti di una vita basata sull’ecologia e la sostenibilità? YouTube fornisce un repertorio narrativo e tutoriale sterminato.

Vuoi informarti su temi sociali, politici, ambientali? Spotify offre podcast di approfondimento ricchissimi.

Vuoi consigli su letture noir, galateo, strategie digitali? Su Instagram c’è un mondo di professionisti disposto ad aiutarti con mini-tutorial ed infografiche.

Insomma, mai prima d’ora l’individuo ha avuto un’opportunità di accesso alla conoscenza così facile e illimitato. Molta di questa conoscenza può essere collocata all’interno del vasto universo dell’apprendimento informale.

Informal learning: vantaggi vs svantaggi

Quando la formazione entra nel campo degli interessi personali, delle passioni, della ricerca che scaturisce da una curiosità, la si può considerare una vittoria facile. Indubbiamente, l’Informal Learning porta con sé alcuni vantaggi, che riguardano tanto l’utente quanto il processo stesso di apprendimento (e, come vedremo poi, su scala più larga, anche l’azienda).

La spontaneità dell’Informal Learning è forse il suo aspetto principale. L’utente è libero da ogni forma di stress, perché più che in ogni altra modalità di formazione è lui a dettare i ritmi dell’apprendimento, ottenendo la possibilità di formarsi nei tempi e nei luoghi a lui più consoni.

Il costo relativamente basso, spesso nullo, è un aspetto sicuramente da tenere in considerazione, specie se lo si considera in relazione alla mole di documentazione, video, tutorial e altro materiale didattico reperibile.

Infine, dal momento che i contenuti  vengono prodotti da esperti e appassionati dei vari settori, è molto più facile trovarli aggiornati con una certa puntualità. L’aggiornamento degli argomenti, così come la loro delineazione, è frutto di un lavoro a più mani a cui ciascuno apporta qualcosa di nuovo e diverso.

Authoring tool E-learning

Il dilemma della misurabilità

L’Informal Learning, quindi, è tutto rose e fiori? No. C’è una piccola macchia sul suo curriculum, che è quella della misurabilità.

Questo si applica fondamentalmente a tre aspetti:

  • Efficacia: dal momento che non si tratta di un percorso strutturato, non vi è alcun momento di valutazione dell’apprendimento se non quando nozioni e skill vengono messe in pratica (anche se, tutt’al più, si tratterà di un’autovalutazione);
  • Durata: poiché l’utente è lasciato a se stesso nel mare magnum delle informazioni, quindi non è semplice stimare il tempo necessario al suo apprendimento né se effettivamente questo processo avrà o meno fine;
  • Percorso: non essendo strutturato non è nemmeno replicabile.

Si tratta di aspetti non trascurabili, ma che possono essere ovviati nel momento in cui l’Informal Learning venisse inserito all’interno di una struttura più organizzata.

Fidarsi o non fidarsi?

C’è poi uno svantaggio principale, su cui poggiano tutti gli altri, che è anche uno storico problema di Internet: la veridicità delle fonti.
Figlio dell’informazione libera, questo problema si applica anche ai contenuti formativi. Se chiunque può pubblicare un video, un podcast, un articolo o un post, il rischio del dato impreciso, sbagliato o volutamente controtendenza si affaccia al nostro percorso formativo.

Aggirare questo ostacolo non è sempre semplice, ma non impossibile. Diventa necessario interrogare più fonti senza fermarsi alla prima, mettendo sempre a confronto i dati raccolti per capire di quale sia meglio fidarsi. In questo, possono essere d’aiuto le varie community e i forum che nascono attorno a specifici argomenti. È, infine, fondamentale mantenere una mente aperta e critica, poiché la curiosità e la voglia di approfondire sono un ottimo allenamento per selezionare fonti e informazioni.

Perché le aziende dovrebbero sviluppare una strategia di Informal Learning?

I vantaggi qui sopra elencati hanno valore anche all’interno di un contesto aziendale.
Qualsiasi tecnica in grado di snellire e migliorare l’apprendimento è sicuramente ben accetta, ma come mantenere l’elemento della spontaneità?

Una soluzione potrebbe essere quella di promuovere l’autoapprendimento su argomenti che interessano l’utente nella speranza che, l’entusiasmo per questo automiglioramento, lo convinca ad affiancarvi argomenti più strettamente legati all’ambito lavorativo.

L’importante è che venga mantenuta la libertà di decidere tempi e spazi. I contenuti, invece, possono essere proposti e incoraggiati ma non forzati.

Nel tempo, questa nuova linfa farà crescere gli utenti, sia come persone sia come dipendenti, riflettendosi inevitabilmente sul loro lavoro in azienda.

Tipi e versioni scorm

Come introdurre l’Informal Learning al lavoro?

Sembra proprio che non ci sia alcun motivo per cui l’Informal Learning non debba venire assorbito dai programmi di formazione aziendale.

Il principale ostacolo rimane quello legato alla misurabilità, che può però essere aggirato con l’aiuto della metodologia blended.

Diventa così possibile creare un percorso che contempli momenti di formazione autonoma, per i quali verranno poi previsti momenti di valutazione. Il loro valore non sarà solo strettamente legato a definire il vantaggio della ricerca fin lì condotta, ma anche alla possibilità di segnare la fine di un ipotetico modulo, nonché di ricondurre una ricerca priva di orientamento a un percorso che, se non avrà un unico tracciato, potrà limitarsi a un numero limitato di bivi.

L’Informal Learning, poi, può essere un momento di partenza per una strategia di Social Learning, oltre a legarsi bene alle funzionalità social e comunicative di una intranet aziendale.

Informal Learning: avrà un peso sempre più importante in futuro?

A freddo verrebbe da rispondere di sì, e, per quanto ci sforziamo, non troviamo un motivo per cui l’Informal Learning non sia destinato a crescere nei prossimi tempi, sia nella sua forma “privata” che in quella aziendale.

Internet è sempre più veloce e performante, ormai una vera e propria autostrada dell’informazione; le tecnologie a supporto sono sempre più leggere e portatili, oltre a essere ormai parte integrante della vita di moltissime persone.

Inoltre, aspetto fondamentale, cresce di continuo la tensione degli utenti  a mettersi in gioco con blog, tutorial, video, podcast, infografiche e ogni altro tipo di contenuto informativo, aspetto che allarga non solo la base di chi produce contenuti ma anche di chi è abituato a fruirne.

I vantaggi evidenti, gli svantaggi apparentemente aggirabili e i continui collegamenti ai principali trend della formazione fanno dell’Informal Learning uno degli elementi su cui investire nel futuro.

Se ritieni che possa aggiungere valore alla tua azienda, siamo a tua disposizione per definire insieme un percorso di formazione ibrido che guardi al futuro. Scrivici, ti aspettiamo!

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Alfredo Goffredi copywriter
Alfredo Goffredi
Geek, gamer e devoto della gamification, laureato in Scienze della Comunicazione presso UNIPR, sbarca sul pianeta E-learning dopo un viaggio tortuoso fatto di copywriting, critica fumettistica, narrazione, traduzione e customer care. Come nelle migliori avventure grafiche, da ogni esperienza ha ottenuto una competenza da riversare nell’E-learning.
Alfredo Goffredi copywriter
Alfredo Goffredi
Geek, gamer e devoto della gamification, laureato in Scienze della Comunicazione presso UNIPR, sbarca sul pianeta E-learning dopo un viaggio tortuoso fatto di copywriting, critica fumettistica, narrazione, traduzione e customer care. Come nelle migliori avventure grafiche, da ogni esperienza ha ottenuto una competenza da riversare nell’E-learning.
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