E-learning e Neuroscienze: matrimonio felice o crisi?

Per raccontare la nascita delle neuroscienze bisogna fare un salto indietro di sessant’anni. Siamo nel 1962 quando il neurofisiologo statunitense Francis O. Schmitt coniò il neologismo “neurosciences” con l’intento di aprire i confini delle molteplici discipline scientifiche e unire le risorse fornite da ognuna per comprendere il complesso funzionamento cerebrale.

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E-learning e Neuroscienze

Sommario

Cosa sono le neuroscienze?

L’elemento che caratterizza le cosiddette neuroscienze è la forte connotazione di interdisciplinarità; possiamo infatti immaginare le neuroscienze come uno strumento di indagine e di studio scientifico del cervello, che attinge da risorse multidisciplinari.

Il funzionamento del cervello può essere almeno in parte comprensibile se si chiamano in causa le conoscenze fornite dalla matematica, quanto dalla fisica, la chimica, la psicologia, l’informatica, la biologia, l’ingegneria, superando il limite della settorializzazione della conoscenza che separa le discipline e abbracciando una visione più completa ed esatta dell’oggetto di studio. Non a caso, a richiamare all’ordine tutte le discipline scientifiche e a unirle è l’esigenza di comprendere l’organo in assoluto di più difficile interpretazione, il cervello, al cui funzionamento sono legati pensieri, comportamenti, emozioni, inibizioni.

 

Il primo livello di complessità incontrato dagli scienziati che per primi si sono dedicati allo studio del cervello è collegato alla fitta rete di neuroni che lo attraversa. Questo portò Franz Joseph Gall alla suddivisione del cervello in aree funzionali, ciascuna con determinate responsabilità e funzioni.

Si deve alla pubblicazione di “The Principles of Psychology” di William James nel 1890 il riconoscimento del sistema nervoso come luogo di origine di molti aspetti dell’esperienza umana.

Branche delle neuroscienze

Per facilitare la comprensione di un settore così vasto e diversificato, possiamo suddividere le neuroscienze in cinque branche e modalità di applicazione:

  • Cognitive e affettive. Per cognitivo si intende tutto quello che viene processato dalla mente e riguarda dunque la memoria, il linguaggio, la capacità di concentrazione. Le neuroscienze affettive invece studiano il legame e il rapporto tra meccanismi cerebrali ed emozioni.
  • Cellulari e molecolari. Siamo qui nell’ambito della biologia del sistema nervoso. Questa branca delle neuroscienze ci consente di capire come le funzioni biologiche siano condizionate dai cambiamenti genetici.
  • Computazionali. Questo settore delle neuroscienze si occupa dell’osservazione del funzionamento delle reti neurali, producendone di artificiali. Lo studio avviene in un ambiente simulato in cui è possibile analizzare le relazioni strutturali e funzionali tra le zone cerebrali senza correre il rischio di un’ interferenza dovuta alla presenza di variabili “umane”.
  • Sociali e del comportamento. In che modo il sistema nervoso regola il comportamento sociale? Questa branca delle neuroscienze nasce grazie alla scoperta, tra gli anni ‘80 e ‘90, dei “neuroni specchio” ad opera del team dell’Università di Parma coordinato da Giacomo Rizzolatti. I neuroni specchio si attivano involontariamente quando teniamo un comportamento e quando osserviamo quello stesso comportamento negli altri, e sono fondamentali per lo studio di processi come l’imitazione e l’empatia.
  • Neurologia. Trattandosi di una branca specialistica della medicina, il suo campo di indagine è quello delle patologie del sistema nervoso centrale e periferico. L’apporto delle neuroscienze in questo ambito ha dato un notevole contributo al trattamento delle malattie neurologiche come il morbo di Alzheimer o la Sclerosi multipla e in generale a tutte quelle patologie che condizionano le attività mentali, affettive e comportamentali.
intelligenza artificiale ed e-learning

Neuroscienze e apprendimento

L’ambito di studio e di applicazione delle neuroscienze ci permette di comprendere e spiegare i processi di apprendimento. Nell’analisi delle funzionalità e dei processi biologici del cervello rientra anche il modo in cui vengono processate e memorizzate le informazioni.

Come funziona l’apprendimento? Quali bottoni è bene toccare per potenziare la retention dei contenuti?

Il modello di Kolb

Nel 1984 David Kolb, educatore e teorico dell’educazione ha proposto un modello ciclico volto a descrivere il processo di apprendimento. Le fasi di questo ciclo sono:

  1. L’esperienza concreta, il cosiddetto “learn by doing” ovvero l’apprendimento che viene veicolato da un compito o dall’analisi di una teoria;
  2. L’osservazione riflessiva, ovvero – banalmente – il ripasso a fine lezione di quanto imparato;
  3. La concettualizzazione astratta, volta a dare un senso a quel che stiamo imparando tramite la rielaborazione e la formulazione di esempi che collegano la teoria e la prassi;
  4. La sperimentazione attiva, ovvero l’applicazione sul campo di quel che si è imparato.

E-learning e neuroscienze: l'E-apprendimento ciclico

Come abbiamo visto, le quattro fasi del ciclo di Kolb costituiscono e garantiscono il compimento del processo formativo “tradizionale”. Ma come si relazionano all’E-learning?

L’esperienza concreta si attiva fin dal momento zero della formazione, quello del login, del download dei contenuti del corso e anche ai livelli più semplici richiede un maggior coinvolgimento dell’utente nella prosecuzione del processo formativo.

L’esperienza riflessiva si sposa alla perfezione con i tempi dell’E-learning, dettati dall’utente che prende in mano le redini della propria formazione e la conduce a fine corsa secondo un ritmo da lui definito. In questa gestione fluida dei tempi, il momento di revisione di un modulo al suo completamento diventa una nuova chiave di  volta.

Allo stesso modo la concettualizzazione astratta vede esplodere il suo potenziale in tutti i corsi realizzati su misura e con un occhio al pregresso e ai bisogni dell’utente, perno e focus della formazione stessa.

Infine, la sperimentazione attiva, anch’essa avvantaggiata dalla personale gestione del tempo dell’utente, riesce a trovare nell’E-learning uno spazio ideale che rende più facile e immediata l’applicazione dei contenuti assimilati.

Si crea così un flusso che alterna l’apprendimento dei contenuti alla loro applicazione, molto efficace in termini formativi.

Formazione digitale

Come le neuroscienze ci regalano un E-learning più efficace

Tenere a mente la lezione delle neuroscienze durante la progettazione di un percorso E-learning digitale privilegia l’esperienza e, di conseguenza, pone l’utente al centro del processo formativo, aumentandone esponenzialmente l’efficacia.

Diventa fondamentale, a questo livello, una valutazione preliminare approfondita, molto utile sia per raccogliere i dati su cui incentrare il percorso formativo, sia per calibrare il livello esatto da cui far partire ogni utente. Evitare contenuti già noti che potrebbero annoiarlo, guastandogli l’esperienza e l’obiettivo formativo, senza però dare troppe cose per scontate sono due aspetti di uguale importanza.

Come organizzare, quindi, questi contenuti?

Storytelling

Se per il marketing content is king, è ormai noto che a dettar legge nel regno della formazione è la narrazione. Strutturare l’apprendimento su un percorso di storytelling cala l’utente in un flusso di emozioni, oltre che di dati, costruendo una simulazione in cui applicare quanto sta imparando.

La formazione tramite storytelling diventa ancora più efficace quando a sostenerla c’è un elevato livello di personalizzazione (si parla in questo caso di personalised learning), raggiungendo la massima efficacia.

In quest’ottica è importante considerare due dati fondamentali messi a disposizione dalle neuroscienze:

  • un cervello immerso in un contesto stimolante reagisce con la riprogrammazione e la creazione di nuovi percorsi neurali;
  • la memoria ha un valore fondamentale per l’apprendimento e tutti noi riconosciamo il valore di un ricordo felice; creare corsi strettamente collegati alla memoria di ogni utente è piuttosto complesso, ma costruire percorsi che lo coinvolgano e soddisfino è quanto di più vicino esista a creargli un ricordo felice (o quantomeno piacevole) cui ricollegare conoscenze da recuperare al momento più opportuno.
Caso studio corso GDPR Frog Learning

Gamification

Il gioco, la ricompensa, il riconoscimento sono alcuni degli elementi che sollecitano la creazione di emozioni positive e che in ottica E-learning possono concorrere alla creazione di un’esperienza stimolante ed efficace.

L’attività ludica stimola i percorsi neurali e la zona dell’Ippocampo, che è responsabile del recupero della conoscenza.

Al gioco sono poi associate diverse sostanze “piacevoli” della biologia umana: endorfine, dopamina e serotonina, legate all’entusiasmo, all’attesa e al rilascio di una ricompensa, aiutano ad associare emozioni positive all’esperienza formativa, invogliando l’utente a ripeterla.

Microlearning

La concentrazione del singolo individuo su un argomento non va oltre i 20 minuti. Venuta meno l’attenzione, ovviamente l’apprendimento si interrompe.

Micropillole, nugget, bite-sized learning non permettono solo di inserirsi nei tempi morti dell’utente o di offrirgli un maggiore controllo sul corso, ma sono efficaci proprio perché non impegneranno il suo cervello oltre il dovuto.

Alternare piccoli contenuti erogati in formati differenti, incentivare la riflessione, reiterare i concetti chiave, mescolare il tutto con una buona dose di gamification e innestandolo su un percorso di storytelling sembrerebbe la ricetta per l’E-learning perfetto.

E-learning e neuroscienze: quale futuro?

L’indagine della mente umana è tutto fuorché conclusa. Non è possibile prevedere dove andranno a parare le neuroscienze, né quali nuovi strumenti offriranno all’E-learning.

Quel che è certo, però, è che dall’applicazione delle attuali conoscenze biologiche e neuropsicologiche risulta lampante ancora una volta il ruolo fondamentale dell’individuo e della sua singolarità. Questo, in ottica di E-learning, non può che tradursi in una maggiore attenzione all’utente e alle sue esigenze.

Se avete bisogno di scoprire come applichiamo alcune tecniche suggerite dalle neuroscienze all’E-learning, scriveteci!

Alessia Margognoni e Alfredo Goffredi

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