Sommario
Blended Learning significato
Dall’avvento della formazione digitale sono passati diversi decenni, durante i quali si è assistito al continuo sviluppo di software, hardware e infrastrutture di rete. Un avanzamento tecnologico, quindi, che ha avvantaggiato lo sviluppo di numerosi settori, E-learning compreso.
La diffusione di dispositivi sempre più intuitivi e leggeri, insieme al potenziamento continuo della rete Internet, ne hanno consolidato l’efficacia. Ma non solo! Oltre a questo, hanno anche permesso ai professionisti della formazione di realizzare progetti formativi in modalità Blended Learning, dimostrandone le potenzialità.
Ma di che cosa si tratta, esattamente?
Quando si parla di “Blended Learning” ci si riferisce a un particolare approccio metodologico che mescola formazione d’aula e formazione da remoto in modalità E-learning e la cui adozione è avvenuta in maniera graduale.
Un tempo, infatti, i percorsi di formazione permettevano di scegliere se fruire di un corso esclusivamente in presenza o esclusivamente da remoto. In alternativa era possibile alternare le due modalità senza integrarle, ad esempio svolgendo una parte teorica via computer e una pratica (simulazioni o esercitazioni) in aula.
Da analisi e feedback, però, è risultato evidente che i corsi fruiti individualmente al computer potevano non rivelarsi sempre efficaci al 100%. Era necessaria una forma di affiancamento in presenza, con un coach o con un esperto di formazione.
Di conseguenza, si rivelò necessario un ripensamento del modo di concepire e pianificare i corsi, progettando un tipo di training che si servisse di entrambi i canali e ne sfruttasse i rispettivi punti di forza.
Nascono, così, i primi corsi in modalità blended anche se inizialmente penalizzati dalla mancanza di caratteristiche come la scalabilità e la tracciabilità. Mancava, inoltre, un’infrastruttura tecnologica e di rete dalla potenza adeguata e dai costi sostenibili. Tutti elementi che oggi costituiscono i cardini del Blended Learning.
Blended Learning traduzione
La parola “blended” in inglese significa “mescolato, misto”, a indicare la volontà di attingere dai due principali ambiti della formazione, quello digitale e quello in presenza.
La sua traduzione italiana è “apprendimento misto” e, nonostante “Blended Learning” sia la dicitura che va per la maggiore, è possibile che ci si riferisca a questo approccio metodologico utilizzando la definizione italiana.
Didattica blended vs Blended Learning: ci sono differenze?
A questo punto la domanda sorge spontanea: applicare i principi del Blended Learning a scuola è possibile?
La Didattica a Distanza (DaD) è stata una recente esperienza di applicazione del digitale all’apprendimento nelle scuole, nata come una misura d’emergenza per svolgere le lezioni durante la pandemia. Pertanto, la DaD ha probabilmente rappresentato il primo caso in cui la didattica scolastica ha fatto ricorso alla formazione da remoto.
Si tratta, allora, di Blended Learning? No, in questo modo la scuola ha solo iniziato ad avvicinarsi a questo approccio, malgrado i nativi digitali comunichino in maniera differente rispetto al passato. Sia i giovani che i più piccoli, infatti, vivono e crescono in un sistema in cui le digital technologies sono preponderanti. La cosa più ovvia sarebbe quella di sfruttare la loro familiarità con la tecnologia, per introdurre approcci innovativi anche nelle loro modalità di apprendimento scolastico.
Sorge spontaneo, così, pensare alla possibile implementazione delle strategie proprie dell’E-learning anche nella didattica scolastica, sfruttando la propensione dei più giovani a conoscere e comprendere la realtà attraverso gli schermi dei dispositivi digitali
Blended a scuola non vuol dire usare un e-book al posto di un sussidiario, quanto piuttosto avere un libro di testo capace di andare oltre. Certa editoria ha colto questo spunto e ha iniziato a produrre libri di testo che includono QR code: semplicemente inquadrandoli, gli studenti possono accedere a vari contenuti multimediali, approfondimenti in modalità E-learning, quiz e video sintesi.
Perché anche la didattica possa essere realmente blended è però necessario un potenziamento delle infrastrutture tecnologiche. Un passo avanti è stato fatto con l’introduzione della LIM, la Lavagna Interattiva Multimediale, che permette di ampliare la lezione con l’aiuto di contenuti esterni (in locale o in remoto) recuperati e modificati per l’occasione.
Possiamo, quindi, affermare che la principale differenza tra Didattica Blended e Blended Learning sta nella progettazione.
Il Blended Learning è un approccio all’apprendimento che può essere stimolato anche da un contesto informale, e non solo in un percorso strutturato da un professionista. La didattica blended, invece, è il risultato di una progettazione e quindi richiede che vengano messi in campo strumenti, risorse e figure specifiche (una cosa di cui non tutti gli istituti scolastici dispongono).
Blended Learning e formazione aziendale: oggi è ancora applicabile?
Il recente biennio pandemico può essere considerato come un vero e proprio spartiacque. Sul fronte scolastico ha introdotto i primi tentativi di formazione a distanza, rendendone evidenti vantaggi, problemi e necessità. Su quello aziendale, invece, ha accelerato la transizione digitale, affidando alla rete, alle intranet e alla comunicazione on-line molti dei processi che normalmente venivano gestiti in presenza. In quel momento si è creduto che la formazione sarebbe diventata full-digital, ma col passare del tempo è risultato evidente come parlare di Blended Learning fosse ancora possibile, al punto che molte aziende continuano tutt’ora a servirsene.
Non bisogna pensare che il vantaggio della formula blended sia semplicemente quello di integrare a una lezione in presenza degli approfondimenti digitali a disposizione dell’utente. Anzi, al contrario, a seconda delle necessità specifiche dell’azienda, nonché delle finalità del corso, esistono contesti in cui è l’E-learning a guidare gli utenti, mentre i momenti in presenza possono venire utilizzati per applicare sul campo le nuove conoscenze.
Senza entrare troppo nel merito dei vantaggi, che esamineremo dettagliatamente tra poco, l’aspetto cardine dell’approccio blended è la centralità dell’utente, se non da un punto di vista pienamente organizzativo (visto che le lezioni d’aula avranno sempre luoghi e orari definiti), quantomeno per la gestione del materiale digitale.
A differenza di un corso in modalità E-learning, in cui la fruizione segue interamente tempi (e luoghi) dell’utente, il vantaggio del blended sta nella possibilità di avere momenti di confronto tra learner, oltre che di verifica/chiarimento/controllo tra utenti e formatori; questo rende possibile chiarire eventuali difficoltà o dubbi.
La possibilità di applicare questo approccio metodologico, e soprattutto di farlo in modo consapevole e ragionato, offre un grande valore aggiunto. Al suo fianco si è però venuta a creare un’alternativa tutta digitale, l’E-Blended Learning.
Dal Blended Learning all’E-Blended Learning: cos'è cambiato?
Poco fa abbiamo parlato di come l’E-learning sia in grado di crescere e adattarsi di pari passo con la tecnologia, che si tratti di migliorare l’uso di quelle già esistenti o di riuscire a integrarsi con quelle nuove. Ovviamente anche l’approccio Blended trae vantaggio da questi continui miglioramenti.
Nel passaggio da Blended Learning a E-Blended Learning, però, si va addirittura oltre.
Si può dire che l’E-Blended Learning, infatti, sia una variante interamente digitale dell’approccio blended. E se questo può suonare contraddittorio, sappiate che non lo è. In sostanza, stiamo parlando di una specie di modalità blended implementata, in cui le parti di aula vengono sostituite da webinar o da lezioni online in videoconferenza.
La discriminante di questo innovativo apprendimento misto, quindi, non è più quello in presenza/da remoto, ma diventa quello sincrono/asincrono. Le parti E-learning rimangono erogate secondo le modalità classiche, mentre quelle in presenza vengono sostituite da momenti d’aula in formato digitale, webinar o momenti di classe virtuale che permettano il confronto e lo scambio tra colleghi dello stesso corso. Il luogo della fruizione diventa, quindi, interamente quello domestico, o quello che l’utente sceglierà per la propria formazione.
I modelli del Blended Learning e in modalità E-blended
Il Blended Learning è un approccio metodologico che, per sua natura, contempla una ricchezza di tipologie e di opzioni – in termini di Learning Experience – che necessitano di una semplificazione.
Per questo motivo sono stati individuati dei possibili modelli di Blended Learning che presentano, al loro interno, frequenti sconfinamenti nell’E-Blended.
Questa classificazione è il frutto del lavoro di ricerca di docenti e formatori che si sono dedicati alla progettazione di corsi Blended.
Vediamo le caratteristiche dei principali modelli, in termini di metodologia ed esperienza utente.
Modello “faccia a faccia”
Come suggerisce la definizione stessa, il modello “faccia a faccia” prevede la presenza fisica delle persone in apprendimento e del docente/formatore. La modalità Blended Learning racchiusa in questo modello si presta ad aule eterogenee in termini di abilità e competenze. Consente infatti a chi ha già sviluppato alcune abilità di procedere autonomamente nell’approfondimento di argomenti di livello avanzato, piuttosto che restare inattivo in attesa che tutta l’aula sia allineata.
Allo stesso tempo, questo modello di apprendimento misto offre la possibilità di ripercorrere moduli formativi online, utile per gli utenti che hanno bisogno di recuperare o che non hanno ancora raggiunto il livello di apprendimento del resto dell’aula.
Modello di rotazione
Definito da alcuni “individual rotation model”, questa modalità di Blended Learning prevede due momenti distinti: uno in presenza con il docente, l’altro in modalità E-learning. L’opportunità offerta da questo modello è quella di poter approfondire con il docente i contenuti su cui i learner faticano maggiormente. Il passaggio successivo affronta gli aspetti in cui i learner sono più preparati ed è affidato interamente a momenti di formazione digitale. I soggetti in apprendimento, dunque, sono fisicamente suddivisi in gruppi a seconda della necessità di apprendimento.
Modello Flipped Classroom
In questo caso la metodologia digitale si basa su una logica “apprendimento online – applicazione offline”. Come suggerisce la denominazione stessa di “classe capovolta”, la prospettiva didattica viene rovesciata: si studia prima, da remoto, e solo successivamente si sperimenta e si mette in pratica in aula quanto si è appreso. Questo particolare modello di approccio Blended ridefinisce il ruolo del docente, che viene visto soprattutto come un facilitatore che stimola gli utenti con domande o input nei momenti in aula che saranno scanditi da esercitazioni, simulazioni e test di verifica.
Modello a trazione online
Conosciuto anche come modello “driver online” è la metodologia più vicina all’E-Learning puro, prevede infatti che l’erogazione dei contenuti sia esclusivamente digitale. Gli utenti sono dunque connessi da postazioni remote e accedono ai contenuti e alle informazioni necessarie tramite piattaforma online. Questo modello, dunque, contempla sia formazione sincrona – attraverso l’erogazione di webinar o lezioni virtuali – sia formazione asincrona, ovvero la possibilità per gli utenti di fruire di un modulo formativo in piena autonomia in una logica pienamente e puramente E-Learning. Pur non prevedendo la presenza fisica del docente, tuttavia, se necessario gli utenti possono ricevere il supporto di un tutor per discutere di metodologie, informazioni, contenuti del corso in esecuzione.
Modello flessibile
Il modello flessibile è pensato per un’esperienza di apprendimento prevalentemente online, anche se l’utente si trova fisicamente in aula.
Secondo questa metodologia i contenuti sono erogati in modalità E-Learning, ma il docente o formatore può intervenire a supporto dell’utente, per chiarire dubbi, integrare i contenuti con un’ulteriore spiegazione, fornire esempi concreti aggiuntivi ed esemplificativi. Questo consente a tutti di fruire del corso in E-Learning e ai docenti di concentrarsi solo sugli utenti che richiedono un supporto ulteriore.
Modello di Self-Blend
Il Self-Blend è un concreto esempio di autonomia nella gestione dell’apprendimento, nella misura in cui l’esperienza di apprendimento è fruita secondo la volontà dell’utente. Questo modello infatti consente di approfondire online contenuti già trattati in presenza e si rivela particolarmente adatto nel caso di apprendimenti aggiuntivi e approfondimenti o direttamente per lo studio di argomenti per puro interesse individuale.
HyFlex Learning
Hyflex è l’abbreviazione di Hybrid-Flexible, e con HyFlex Learning ci si riferisce dunque a un modello di apprendimento che consente al learner di scegliere le modalità di fruizione del corso. Chi è coinvolto in un percorso di apprendimento può decidere se seguire la stessa attività in presenza oppure in modalità sincrona online. A queste due opzioni se ne aggiunge una terza, sempre online, ma asincrona: il learner può scegliere di affrontare i contenuti della formazione guardando la registrazione della lezione in autonomia, in un momento successivo. La modalità di apprendimento HyFlex offre una maggiore flessibilità rispetto al modello ibrido, lasciando al singolo la possibilità di determinare quando e come frequentare le lezioni.
I vantaggi del Blended Learning
L’approfondimento dei modelli ci porta a spostare il focus sui benefici della formazione blended.
Quali sono dunque i vantaggi del Blended Learning?
In che modo un apprendimento misto può arricchire l’esperienza formativa?
Sicuramente, lo abbiamo visto nella definizione dei modelli, un’opportunità offerta dal Blended Learning è l’alto livello di personalizzazione. Ogni utente che vive l’esperienza di apprendimento può attingere da una combinazione di metodologie, tempi di fruizione, blocchi di contenuti, assemblata in funzione delle sue caratteristiche ed esigenze. La possibilità di accedere ai contenuti online consente anche di gestire i tempi dell’apprendimento in piena autonomia, in alternanza o integrazione con la formazione d’aula.
D’altro canto, i momenti di formazione in presenza svolgono un’importante funzione di raccordo tra i diversi step del Blended Learning, in quanto il docente offre l’opportunità di ripercorrere temi da chiarire o approfondire, svolgere delle simulazioni in riferimento agli argomenti trattati, e soprattutto di fare il punto sullo status quo di ogni singolo soggetto in apprendimento.
Non da meno, il lavoro del docente è fortemente agevolato dalle funzionalità delle piattaforme online che offrono utili strumenti di monitoraggio, verifica e aggiornamento dei contenuti.
L’approccio metodologico Blended si conferma efficace anche nell’importante momento di valutazione dell’utente: il feedback immediato all’utente in piattaforma viene poi suggellato in aula con il docente che offre all’utente la possibilità di un confronto sfruttando al massimo le opportunità della presenza in termini di empatia e contatto umano.
Come realizzare un percorso formativo in modalità blended
Anche nel caso di una formazione blended il cuore del corso è nella progettazione. Trattandosi di un approccio metodologico di apprendimento misto, il Blended Learning aggiunge un elemento di complessità: il giusto dosaggio nel mix delle diverse componenti.
A questo scopo si confermano come fondamentali tutte le attività richieste dall’analisi dei bisogni: l’individuazione del target, degli obiettivi, del livello di tecnologia richiesta. Questi elementi ci consentono di ricavare l’assemblamento più efficace di elementi nella metodologia.
Di seguito le principali fasi del processo di progettazione e implementazione di un percorso in modalità Blended Learning:
- Analisi dei partecipanti:
- Identificare target di riferimento e analizzare le loro caratteristiche, livello di competenza, e preferenze di apprendimento.
- Valutare anche la disponibilità di tempo dei partecipanti, le loro esigenze specifiche e il tipo di dispositivo a disposizione.
- Obiettivi di apprendimento:
- Definire chiaramente gli obiettivi di apprendimento da raggiungere con il percorso blended. Assicurarsi che siano misurabili o riconducibili a KPI e collegati alle esigenze dei partecipanti.
- Contenuto del corso:
- Sviluppare il contenuto del corso, includendo materiali didattici, risorse online, esercizi pratici, e attività interattive.
- Verificare con il cliente che il contenuto sia appropriato sia per la formazione online che per quella in aula.
- Identificazione delle modalità di consegna:
- Definire quali contenuti del corso saranno erogati online e quali in aula. Ad esempio, lezioni teoriche potrebbero essere erogate online, mentre attività pratiche potrebbero svolgersi in aula.
- Piattaforma tecnologica:
- Identificare una piattaforma che supporti la formazione blended.
- Sviluppo materiali:
- Creazione dei materiali didattici per la formazione online. Assicurarsi che siano accessibili, coinvolgenti e rispettino i principi dell’apprendimento online e le logiche dell’instructional design.
- Pianificazione delle attività, roadmap:
- Stabilire un calendario dettagliato per le attività online e in aula.
Considerando le tempistiche e le scadenze, garantendo una distribuzione equilibrata delle attività.
- Stabilire un calendario dettagliato per le attività online e in aula.
- Supporto tecnico e tutoraggio:
- Fornire supporto tecnico ai partecipanti e offrire se necessario un sistema di tutoraggio per rispondere alle domande e fornire assistenza durante il percorso.
- Valutazione e feedback:
- Implementare metodi di valutazione sia online che in aula, raccogliendo feedback dai partecipanti per migliorare continuamente il percorso.
- Valutazione finale:
- Ricevere una valutazione finale per misurare il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e raccogliere informazioni per migliorare future sessioni di formazione blended.
Blended Learning Esempi
Riportiamo, adesso, un esempio di Blended Learning ricavato da un caso reale di un nostro cliente. Il progetto riguarda, nello specifico, un intervento formativo per accrescere le competenze dei Team HR su due aree prioritarie:
- Change management;
- Social media management.
La progettazione del percorso in Blended Learning
In fase di progettazione, ci siamo dedicati alla definizione del target di riferimento del corso, per comprendere gli elementi necessari, e fondamentali, per la progettazione della metodologia e dei contenuti: caratteristiche individuali, pain point, stile di apprendimento, leve di attivazione.
L’individuazione del target di utenti ci ha consentito di definire aspetti come il registro linguistico e il tone of voice, al fine di ottenere la massima efficacia dall’esperienza di apprendimento misto.
Per definire la struttura del percorso abbiamo poi individuato i seguenti obiettivi:
- Migliorare le competenze manageriali e di gestione delle risorse;
- Uniformare il livello delle competenze soft tra il personale HR;
- Centralizzare la formazione del personale HR;
- Aumentare il senso di appartenenza;
- Fornire linee guida sulle competenze trasversali.
In funzione delle caratteristiche degli utenti e degli obiettivi formativi, la struttura Blended definita prevedeva un percorso articolato in moduli formativi a rilascio graduale. In questo modo l’utente può gestire la fase di apprendimento dei contenuti, il consolidamento degli stessi e la messa in pratica delle competenze acquisite.
A completamento della formula Blended Learning sono state integrate alla modalità asincrona delle sessioni di team coaching in presenza, per mettere in pratica quanto appreso tramite i moduli in E-Learning.
Nello specifico la struttura prevedeva:
- Un’ora di digital learning (asincrona, su piattaforma del Cliente, progettata e gestita da Frog Learning);
- Un intervento di team coaching, a consolidamento dei contenuti appresi, a valle di ogni learning experience, della durata di circa tre ore per cinque sottogruppi di dieci
Questo ci ha consentito di creare engagement e senso di squadra nelle sessioni e di internalizzare gli obiettivi e le motivazioni del progetto con la parte asincrona (che rimarrà a disposizione degli utenti anche nelle fasi successive di progetto).
Attività integrative del percorso Blended Learning
La struttura del percorso in Blended Learning contemplava, poi, una serie di operazioni di attivazione degli utenti e di lancio promozionale dell’esperienza di apprendimento:
- La progettazione di un palinsesto comunicativo per promuovere il progetto;
- Un video teaser di lancio da condividere via e-mail, intranet aziendale o app;
- Una e-mail personalizzata con grafica ingaggiante;
- Post per social interni ed esterni.
Learning Advisory
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Attraverso il nostro know-how e la nostra competenza forniamo alle aziende le soluzioni più efficaci in relazione alle loro caratteristiche.
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