Sommario
Accessibilità: significato
Attenendosi alla definizione dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID):
“Per accessibilità si intende la capacità dei sistemi informatici di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari.” Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina dedicata dell’AgID.
Accessibilità si traduce, quindi, nella possibilità per chiunque di fruire di un corso E-learning, senza ostacoli e autonomamente.
Accessibilità: per chi?
Un corso accessibile deve esserlo nel senso completo del termine, preservando i principi di equità e inclusione. Pertanto, dovrebbe essere fruibile proprio da chiunque: persone che presentano delle disabilità, permanenti o temporanee, ma anche quelle che riscontrano delle difficoltà di fruizione legate a problemi non reputati gravi ma di fatto limitanti, come la miopia e il daltonismo, ad esempio.
La domanda corretta da porsi in questi casi è: quali sono le caratteristiche del corso, per cui è necessario intervenire sul fronte dell’accessibilità?
- Quelle che riguardano la vista e coinvolgono persone cieche, ipovedenti, daltoniche.
- Quelle legate all’udito, che riguardano persone sorde o con sordità parziale.
- Quelle relative alle disabilità neurologiche e motorie, quindi disturbi di mobilità, del linguaggio, della ricezione delle informazioni.
Inoltre, è necessario considerare anche le disabilità temporanee che possono verificarsi nel corso della vita e, in generale, assicurare che il corso possa essere fruito da chiunque e in qualunque situazione.
Questo è solo un tentativo di semplificazione per chi fruisce di contenuti accessibili e chi utilizza tecnologia assistiva, come, ad esempio, screen reader, tastiere braille, puntatori mouse.
L’accessibilità nella vita di tutti i giorni
Molte sono le aree di applicazione dei principi di accessibilità e la vita pratica di tutti i giorni ci offre diversi spunti: pensiamo – ad esempio – all’accessibilità degli spazi fisici, come i luoghi di lavoro, e a tutti gli interventi fatti per rendere interamente praticabile un ufficio. Oppure riflettiamo sulle opportunità offerte da Internet, che facilita diverse attività quotidiane specialmente per chi ha difficoltà fisiche: (la prenotazione di un esame, la gestione burocratica dei documenti della pubblica amministrazione, gli acquisti).
Proprio perché il tema dell’accessibilità è molto esteso e abbraccia molti ambiti, va chiarito che in questo approfondimento ci soffermeremo sull’accessibilità e inclusione nel digitale e sulle soluzioni offerte attraverso i quattro principi WCAG, che a breve tratteremo.
L’accessibilità nel digitale
L’accessibilità digitale si traduce nella capacità degli strumenti digitali di essere inclusivi, cioè di fornire supporto a chiunque, ed è definito da diverse normative e linee guida.
L’accessibilità nel digitale non riguarda solo gli ausili hardware che permettono alle persone con disabilità – e non solo! – di fruire dei servizi digitali e informatici: la tastiera braille e il puntatore meccanico sono solo due degli strumenti possibili. Infatti, quando parliamo di accessibilità nel digitale ci riferiamo soprattutto a quelle componenti interne al web che garantiscono la piena e agile fruizione dei servizi digitali disponibili.
L’accessibilità web si realizza quando chiunque può leggere, ascoltare e fruire un qualsiasi contenuto digitale.
Ma come si identificano i requisiti dell’accessibilità web?
Bisogna, innanzitutto, consultare le WCAG, ovvero le Web Content Accessibility Guidelines definite dal World Wide Web Consortium (W3C), al cui interno sono descritti i principi dell’accessibilità.

I quattro principi dell’accessibilità
I quattro principi dell’Accessibilità definiscono le condizioni affinché il web sia accessibile, attraverso l’elaborazione di regole e linguaggi capaci di ampliare le possibilità di fruizione.
Per tale scopo sono stati identificati quattro principi, secondo i quali un contenuto digitale è accessibile se risulta:
- Percepibile
- Utilizzabile
- Comprensibile
- Robusto
Percepibilità
I contenuti devono essere presentati agli utenti in modo che questi ultimi li possano recepire.
Se il canale di comunicazione utilizzato non può essere intercettato dall’utente, bisogna provvedere affinché l’informazione possa essere percepita da lui attraverso gli altri sensi.
Ad esempio, un utente con ipoacusia o sordità può comunque accedere ai contenuti attraverso i sottotitoli.
Utilizzabilità
Questo requisito risponde alla domanda: l’utente può utilizzare lo strumento digitale nella sua totalità e fruire dei contenuti? Se un utente ha difficoltà motorie che non gli consentono una navigazione con mouse o tastiera, deve potersi muovere nello spazio web utilizzando appositi strumenti, come ad esempio il puntatore meccanico o il sistema aspira e soffia (che si serve della bocca e del fiato per svolgere la funzione di mouse, joystick e frecce direzionali).
Comprensibiità
I contenuti digitali, sia le informazioni sia le modalità di navigazione, devono essere comprensibili.
Per esempio, bisogna assicurarsi che chiunque possa comprendere abbreviazioni, acronimi, parole inusuali e porzioni di testo troppo complicate, mettendo a disposizione di tutte le persone contenuti supplementari, glossari o versioni semplificate di testi. Inoltre, bisogna assicurarsi che per ogni pagina la navigazione segua un funzionamento coerente con quello delle altre.
Diverse funzionalità rendono possibile questo principio: ad esempio la possibilità di scegliere la lingua o di identificare l’utilizzo di parole o frasi inusuali.
Solidità
Con questa espressione si intende la capacità del contenuto di essere interpretato in modo attendibile da un numero sempre maggiore di utenti grazie alla compatibilità con diversi programmi. Questo requisito comprende le tecnologie assistive, ad esempio lo screen reader per utenti con disabilità sensoriale visiva.
I quattro principi appena analizzati sono un punto di partenza fondamentale per la definizione e la valutazione delle possibilità di accesso ai contenuti digitali.

Normativa e linee guida da seguire in materia di accessibilità digitale
Il dibattito sull’accessibilità nel corso degli ultimi decenni è cresciuto d’importanza e, oggi, è al centro dell’agenda delle diverse istituzioni, ottenendo sostegno politico e – soprattutto – normativo.
Vediamo quali sono le principali normative sul tema.
Accessibilità W3C
La data spartiacque è il 1997, anno in cui il World Wide Web Consortium (W3C) presenta la Web Accessibility Initiative (WAI), un progetto sull’accessibilità digitale approvato dalla Casa Bianca.
La WAI è composta da gruppi di lavoro specializzati e focalizzati nell’analisi di dispositivi, software e siti web con il fine di migliorare l’accessibilità delle persone disabili al web; producendo linee guida legate al modo di programmare l’interfaccia utente, di realizzare i contenuti e di integrare l’accessibilità alle nuove tecnologie Web.
Ma le linee guida fornite dalla WAI non si limitano alla produzione. Esse riguardano anche aspetti come l’analisi dell’accessibilità di un sito, i parametri per organizzare una commissione di valutazione, quali strumenti considerare o, ancora, gli aspetti tecnici e contestuali come l’autenticazione o i captcha.
Particolare attenzione è posta anche sulla produzione di input per nuove tecnologie con lo scopo di migliorare continuamente l’accessibilità.
Accessibilità digitale: WCAG 1.0
Il principale risultato della WAI sono le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG), che – come suggerito direttamente dal loro nome – sono linee guida per l’accessibilità web e dei suoi contenuti.
Il 5 maggio 1999 la WAI pubblica le WCAG 1.0. Le indicazioni riguardavano diversi temi, fra cui:
- L’importanza degli “alt text” (i testi alternative che descrivono le immagini alle persone con disabilità visive),
- L’importanza di affidare contenuti esclusivamente a tracce audio o al colore;
- L’attenzione per creare contenuti con nuove tecnologie, capaci di essere fruibili nel modo migliore;
- L’utilizzo di marcatori specifici per istruire gli screen reader (software di lettura delle pagine) sulla giusta pronuncia di abbreviazioni, acronimi e parole chiave.
Le WCAG 1.0 diventano immediatamente una W3C Reccomandation, cioè lo standard da seguire a livello mondiale. Sono organizzato su tre livelli di priorità, in base ai quali venivano specificate le linee guide obbligatorie, quelle preferibili e quelle consigliate.
Le WCAG 1.0 non sono state che un punto di partenza: gli standard sull’accessibilità, infatti, sono in continuo aggiornamento, seguendo lo sviluppo del web, delle nuove tecnologie digitali e dei nuovi dispositivi.

Accessibilità digitale: la Legge Stanca
Dal 1999 in poi, molti Paesi iniziano a fare riferimento alle WCAG per definire le nuove normative sull’accessibilità del mondo virtuale.
Meno di cinque anni dopo la pubblicazione delle WCAG 1.0, basandosi proprio sui principi in esse esposti, il 9 gennaio 2004 in Italia viene emanata la Legge Stanca (promossa da Lucio Stanca, allora Ministro per le Innovazioni e le Tecnologie), nota anche come “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”.
La Legge Stanca è una normativa sull’accessibilità che si rivolge alle pubbliche amministrazioni e a tutte le realtà interamente o parzialmente pubbliche. Partendo dalle linee guida proposte dalla WAI, stila una serie di obblighi funzionali per la realizzazione di siti web pubblici – o di interesse pubblico – completamente accessibili, oltre a prevedere un sistema di valutazione dei siti in questione.
AgID: le linee guida sull'accessibilità digitale
Nel 2012, il governo Monti istituisce l’AgID, Agenzia per l’Italia Digitale, una realtà pubblica con lo scopo di realizzare gli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale Italiana e da quella europea. L’AgID svolge un ruolo di analisi, orientamento, sviluppo e promozione nell’ambiente digitale, a vantaggio sia dei privati cittadini che delle aziende.
Tra i compiti che svolge ci sono:
- Il sostegno e la promozione dell’innovazione digitale;
- Il coordinamento informatico dell’amministrazione statale, regionale e locale;
- L’accreditamento dei soggetti certificatori per il rilascio di certificati digitali, SPID, PEC, e altri documenti;
- La transizione digitale della Pubblica Amministrazione per quanto concerne la sua organizzazione, comunicazione e i rapporti con i cittadini e l’impresa;
- L’alfabetizzazione informatica di tutti i cittadini, attraverso campagne informative e di alfabetizzazione. formative.
Inoltre, essa si occupa, dell’elaborazione di linee guida che riguardano gli standard, dei linguaggi e delle procedure informatiche, al cui interno ricadono inevitabilmente anche quelle relative all’accessibilità.
Partendo proprio da quanto indicato nel testo della Legge Stanca, sono nate le linee guida per l’accessibilità dell’AgID, che identificano i parametri necessari a definire accessibili siti e applicazioni web, le modalità di (auto)valutazione della loro accessibilità e le metodologie con cui vengono effettuate le operazioni di monitoraggio.
Accessibilità digitale: norma WCAG 2.1 e oltre
La sfida per l’accessibilità non si è mai fermata…anzi è in continuo rinnovamento, così come il lavoro del W3C e della WAI.
Nel 2008 vengono pubblicate le WCAG 2.0, che si impegnano a risolvere un numero di problematiche sempre maggiore per migliorare l’accessibilità di utenti con disabilità, estendendo il più possibile le casistiche di disabilità prese in considerazione (tra cui quella visiva, uditiva, fisica, del parlato, cognitiva, linguistica, dell’apprendimento e neurologica).
Nel 2018 le WCAG 2.1 espandono ulteriormente il campo di gioco, coinvolgendo i dispositivi mobili come smartphone e tablet e i contenuti digitali pensati appositamente per questi device.
Nell’agosto del 2020, inizia la stesura delle WCAG 2.2, che si conclude nell’ottobre 2023; una traduzione in italiano è stata poi pubblicata nel dicembre dello stesso anno.
Con le WCAG 2.2 il W3C si è impegnato ancora una volta perché anche l’accessibilità rimanga al passo con la rapidità di evoluzione delle tecnologie digitali e informatiche; oltre all’introduzione di nove criteri aggiuntivi, queste nuove linee guida approfondiscono aspetti come la sicurezza e la privacy. Anche per questo motivo, il W3C caldeggia la conformità di siti e applicazioni web ai criteri e alla versione più aggiornata delle norme.
L’accessibilità nell’E-learning
Se c’è un contesto in cui l’accessibilità può essere realmente applicata è proprio quello dell’E-learning, che offre la possibilità di sfruttare, a livello hardware e software, tutto ciò che rende accessibile un corso di formazione.
L’accessibilità nell’E-learning riguarda diversi elementi, che in questa sede ci limiteremo ad anticipare e che saranno approfonditi in un articolo dedicato di prossima pubblicazione. Vediamo quali sono.
- I contenuti: nello specifico qui ci riferiamo soprattutto al formato dei contenuti da utilizzare in funzione delle caratteristiche dell’utente. Questi contenuti possono essere presentati sotto forma di testo, video, pdf scaricabili o altro ancora.
- Le tecnologie: includiamo qui tutta la gamma di strumenti assistivi che supportano gli utenti nella fruizione.
- La compatibilità degli strumenti: l’applicazione di specifici strumenti, o l’utilizzo di particolari formati, richiedono test e verifiche preventive, per valutarne la compatibilità con le piattaforme utilizzate per l’esperienza di navigazione.
- L’adattabilità in funzione delle caratteristiche dell’utente: i contenuti specifici legati a particolari disabilità devono poter essere sempre disponibili e selezionabili, indipendentemente della presenza di utenti con esigenze specifiche o meno.
Perché la formazione digitale accessibile è così importante?
La formazione digitale è uno strumento di crescita professionale fondamentale. Renderla accessibile significa garantire a chiunque le stesse opportunità di accesso alla conoscenza e nel mondo del lavoro.
Una delle principali caratteristiche della formazione digitale è il suo elevato livello di adattabilità all’utente; le opzioni offerte da questa modalità, infatti, consentono di realizzare soluzioni ad hoc per ogni esigenza, che siano allo stesso tempo replicabili, modificabili e scomponibili. Integrare strumenti di accessibilità a queste già evolute opzioni di esperienza utente significa ampliare sempre di più il grado di inclusività.
Quali caratteristiche deve avere un corso online accessibile
Le linee guida e i parametri di accessibilità pensati per la realizzazione di un sito possono essere applicati anche a un corso E-learning. Rispetto alla creazione di siti web, però, quando si progetta corsi digitali ci sono alcuni elementi specifici che è bene tenere in considerazione.
La scrittura e lo sviluppo di un corso sono sicuramente due fasi fondamentali, ma l’accessibilità nell’E-learning deve essere tenuta in considerazione fin dalla pianificazione stessa del corso e non deve essere qualcosa da implementare a posteriori.
Se vi state chiedendo quali sono gli aspetti da considerare per rendere un corso accessibile, la risposta è molto semplice: tutti! Contenuti, metafore narrative, tipologie di storytelling, componente visual, colori, audio, video, interazioni, quiz, gamification, dialogo con la piattaforma: sono tutti aspetti che devono passare al vaglio dai primi step.

Le linee guida WCAG 2.1 per l’accessibilità nell’E-learning
Ci sono alcuni aspetti fondamentali che proprio non possono mancare per definire un corso accessibile e sono definiti nel WCAG 2.1. Si articolano su tre livelli (A, AA e AAA), i quali vanno dall’obbligatorio all’opzionale.
Livello A:
- Il corso dev’essere interamente navigabile attraverso la tastiera, intendendo che ogni elemento deve poter essere raggiungibile e selezionabile senza l’ausilio di un mouse;
- Tutti i contenuti devono essere facilmente leggibili e comprensibili da chiunque, incluse ovviamente le persone che presentano disabilità fisiche o cognitive;
- Tutte le immagini significative devono presentare l’Alt Text, il testo alternativo per i software di lettura delle schermate utilizzato dalle persone con disabilità visive;
- I colori utilizzati devono garantire un giusto contrasto che non ostacoli la lettura.
Livello AA:
- Includere la trascrizione di tutti i contenuti audio e i sottotitoli per i contenuti video;
- Scrivere i contenuti usando un linguaggio semplice;
- Semplificare la navigazione strutturando il testo mediante titoli e sottotitoli;
- Non solo le interazioni devono essere accessibili a utenti con disabilità visive, cognitive, motorie, ma ogni bottone dovrebbe essere concepito tenendo a mente questa regola.
Livello AAA:
- Affiancare al corso una versione semplificata di ogni contenuto che lo renda accessibile alle persone con disabilità cognitive;
- Prevedere un sistema per chiarire acronimi, abbreviazioni e accompagnare definizioni semplificate a termini troppo complessi;
- Organizzare i contenuti in modo ancora più semplice, utilizzando tabelle e liste;
- Prevedere una finestra o un box per veicolare le informazioni tramite il linguaggio dei segni.
Software e strumenti per realizzare corsi E-learning accessibili
Se è vero che l’accessibilità va pensata a monte, è anche vero che la sua implementazione arriva in gran parte durante la fase di sviluppo di un corso E-learning. Ecco perché è cruciale scegliere attentamente l’authoring tool e i software che ne facilitano la realizzazione e il rispetto dei requisiti richiesti.
Iseazy, Articulate 360, Adobe Captivate, Elucidat, Lectora, iSpring, così come software quali Vyond, Canva, Venngage e Visme. Approfondiamo insieme alcuni di questi!
Iseazy Author

Non possiamo che partire da isEazy, uno dei migliori strumenti per la realizzazione di corsi accessibili. Si tratta di un authoring tool cloudbased e userfriendly che, grazie alla sua interfaccia intuitiva, alle sue funzionalità e all’AI integrata, permette di realizzare corsi E-learning accessibili, rispettando il 100% dei criteri AA e l’80% dei criteri AAA WCAG.
Grazie anche all’integrazione dell’AI, con isEazy è possibile sviluppare corsi altamente interattivi e, allo stesso tempo, abilitare una versione (attivabile con un click) che ottimizza i contenuti per la fruizione accessibile: ristrutturazione del corso per facilitare la lettura da parte dello screen reader, miglioramento dei contrasti di colore, rielaborazione delle interazioni per renderle accessibili, trascrizione testuale di audio/video, ecc.
Articulate 360

I due principali tool di sviluppo della suite Articulate 360, Rise e Storyline, contengono al loro interno diverse funzionalità per la realizzazione di corsi accessibili secondo gli standard delle WCAG.
Entrambi i software hanno funzionalità che permettono di creare e importare caption per i video e sono ottimizzati per la lettura delle schermate tramite screen reader, consentendo anche di inserire il testo alternativo delle immagini.
Storyline 360, inoltre, ha un sistema di tabulazione per un’organizzazione ottimale dei contenuti e ha implementato la navigazione a tastiera consentendo di impostare in fase di produzione il “focus order”, cioè l’ordine in cui vengono selezionati gli oggetti interattivi.
Adobe Captivate

Come Storyline, Adobe Captivate sta operando nell’implementazione di automazioni che permettano di creare e testare corsi sempre più accessibili e conformi agli standard richiesti.
Tramite l’apposita funzionalità “Enable accessibility” una serie di elementi del corso diventano automaticamente accessibili: dai contenuti testuali, ai bottoni fino ai comandi. Senza dimenticare funzioni non strettamente legate al corso ma al suo utilizzo, come l’autenticazione.
Vyond

Non sono solo i tool di sviluppo vero e proprio ad abbracciare l’accessibilità. Vyond è uno dei principali software che permettono di creare cartoon offrendo una vasta gamma di elementi preimpostati e customizzabili.
Tra le sue tante funzionalità anche Vyond ha un occhio di riguardo per l’accessibilità, permettendo l’inserimento di sottotitoli (anche importandoli da fonti esterne), del testo alternativo nelle thumbnail (le anteprime in miniatura del video) o delle descrizioni dei video da integrare con i social media.
Canva

Canva è un software cloudbased che permette di creare e modificare elementi grafici di vario tipo. Anche se nasce per una finalità comunicativa, le risorse create con Canva possono essere utili non solo per una presentazione o un sito, ma anche come elementi da inserire in un corso E-learning.
Tra le sue tante funzionalità di editing, è possibile trovarne anche alcune che agevolano l’accessibilità dei contenuti creati. Per esempio, c’è la possibilità di creare un’immagine che contenga già un testo alternativo o di marcarla come “contenuto decorativo” (ovvero che non apporta informazioni aggiuntive o valore che non sia estetico).
Oltre a questo, ha una funzione di generazione automatica dei sottotitoli in un progetto video.
Come altri software per la creazione di contenuti grafici, poi, permette un controllo dell’accessibilità relativamente al contrasto dei colori utilizzati, alla misura dei font utilizzati e alla presenza o meno di testo alternativo nelle immagini.

Come verificare l’accessibilità di un corso E-learning?
Prima di pubblicare e distribuire un corso E-learning è fondamentale verificarne l’accessibilità.
La verifica ideale è quella umana, operata attraverso un campione accuratamente selezionato che ricopra l’intero spettro delle disabilità; ma, come è possibile immaginare, un tale livello di verifica non è sempre possibile da attuare; quindi, la soluzione è testare il più possibile il nostro corso, anche cambiando dispositivi.
Verificare l’accessibilità E-learning: come procedere
Il processo di verifica dell’accessibilità si articola essenzialmente in tre passaggi:
- Navigare il corso soffermandosi su ogni elemento, prestando attenzione a contenuto testuale, immagini, video, interazioni, eventuali materiali scaricabili. La procedura andrebbe ripetuta tre volte: una navigando il corso da tastiera, un’altra con uno screen reader e l’ultima utilizzando un software di ingrandimento.
- Verificare che il contrasto e la scelta dei colori non ostacolino l’accessibilità dei contenuti. Per fare questo esistono software specifici come ad esempio Color Oracle;
- Ripetere questi controlli su quanti più dispositivi possibile, variando sistemi operativi, browser e tipologia di device.
Verificare l’accessibilità E-learning: i software da utilizzare
A questo punto ci viene incontro la tecnologia. Esistono, infatti, un gran numero di software assistivi che permettono di simulare la fruizione per accertarsi che sia davvero accessibile. Diventa così possibile capire dove l’utente con disabilità potrebbe avere bisogno di maggiore supporto, individuare le non conformità rispetto alle linee guida del W3C e confezionare un corso accessibile sia per navigazione che per fruizione dei contenuti.
Tra le tecnologie utili a verificare l’accessibilità dell’E-learning abbiamo:
- Screen reader come JAWS, NVDA, VoiceOver, TalkBack, and e Narrator;
- Tool che permettono di ingrandire porzioni di schermo come se fossero una vera e propria lente d’ingrandimento, come ZoomText Magnifier, iOS Zoom e Android Zoom;
- Software di navigazione alternativa come Apple Switch Control, Android Switch access mode, Braille displays, oltre alle varie tastiere on-screen (presenti ormai di default nei principali sistemi operativi) e mouse on-screen.
Bonus: consigli e trucchi su come realizzare un corso E-learning accessibile
Oltre a tenere conto delle linee guida, a effettuare una verifica dell’accessibilità del vostro corso di formazione ci sono poi alcuni fondamentali consigli che possono aiutarvi nella realizzazione di un coso E-learning accessibile.
- Non affidatevi mai a un solo canale sensoriale: che sia testo o audio o video. Prevedete sempre trascrizioni dell’audio, sottotitoli per il video, e uno speakeraggio dei contenuti testuali (che renderà il vostro corso anche più piacevole da seguire);
- Fate in modo che la navigazione del corso proceda seguendo modalità uniformi e coerenti;
- Realizzate il corso in modo che possa essere navigato anche tramite la sola tastiera;
- Prevedete una versione scaricabile dei contenuti;
- Chiedetevi sempre se le parole che state usando sono le migliori (e le più semplici) per esprimere un concetto;
- Preferite i font della famiglia Sans-serif (Arial, Calibri, Helvetica, Tahoma, Open Sans, Verdana) che facilitano la lettura alle persone che soffrono di dislessia; esistono inoltre font appositamente creati per facilitare la lettura a persone con questa disabilità, come ad esempio Sylexiad;
- Per progettare il vostro corso e le sue schermate usate un design lineare, slide ariose e non troppo affollate di elementi differenti, limitando anche le animazioni;
- Calcolate il tempo in cui ogni elemento rimane a schermo, per permettere all’utente o allo screen reader di leggerlo; nel caso potete contemplare di fermare l’avanzamento e prevedere un’interazione per farlo ripartire.
Realizzare un corso E-learning accessibile è tanto delicato quanto impegnativo, per questo il consiglio finale che ci sentiamo di darti è quello di rivolgerti a un team di professionisti del settore.
Se hai bisogno, noi di Frog Learning possiamo aiutarti a realizzarlo. Contattaci!

FAQ - Domande frequenti
Con quali tempistiche ed in che misura l’entrata in vigore dello European Accessibility Act impatterà su: piattaforma LMS della mia azienda, contenuti e-learning (e non) già presenti e nuovi da produrre?
L’entrata in vigore è il 28 giugno 2025, la normativa si applica a tutti i prodotti che saranno rilasciati a partire da questa data e vale anche per i contenuti e-Learning e LMS. Il suo impatto retroattivo dipende dalla tipologia di contenuto, in generale se non richiede un aggiornamento o è stato sviluppato da terze parti per un cliente non è necessario che sia conforme alla normativa. Questo però non esclude la buona norma, soprattutto nel caso di corsi catalogo, di rilavorarli secondo le nuove linee guida.
Quali authoring tool e LMS sono già compliant con i requisiti della nuova normativa?
Tra gli authoring tool con codice open-source risaltano sicuramente Moodle e ILIAS. Per le piattaforme proprietarie possiamo citare Docebo LMS, isEazy e Adobe LMS. La documentazione tecnica al momento parla di confromità con le WCAG 2.1.
Quali rischi corre la mia azienda se non si adegua o si adegua solo parzialmente nei tempi previsti?
Le sanzioni possono essere economiche con multe a partire dai 60mila euro, in alcuni casi il 5% del fatturato. Possono però anche precludere all’azienda il commercio dei propri prodotti sia su territorio nazionale che europeo.
La mia azienda è una multinazionale ed eroga i medesimi contenuti, in lingue differenti, in diversi continenti. Oltre alle norme introdotte dalle EAA ci sono altri riferimenti normativi da tenere in considerazioni per i continenti diversi dell’Europa in tema di Accessibilità Digitale?
Le norme sull’accessibilità digitale sono specifiche in ciascuna area geografica. Oltre al European Accessibility Act (EAA) abbiamo:
- Stati Uniti: ADA e Section 508, quest ultimo in particolare richiede che tutte le tecnologie digitali federali o forniti da suoi appaltatori siano accessibili.
- Canada: L’ACA ha l’obiettivo di migliorare l’accessibilità in Canada e include requisiti per l’accessibilità digitale. Ogni provincia ha poi una sua legge in merito alla confromità con le WCAG.
- Giappone: JIS X 8341-3, standard nazionale basato sulle WCAG per i siti web governativi ma incoraggia l’accessibilità anche nel settore privato.
- Regno Unito: Equality Act 2010 vieta la discriminazione basata sulla disabilità e si applica anche ai servizi digitali in conformità alle WCAG 2.1.
Altri paesi come Australia, America Latina, Cina e Sudafrica non hanno un chiaro riferimento legislativo rispetto l’accessibilità digitale pur seguendo come linee guida le WCAG. Ricordiamo però che, a prescindere dalla sede fisica di un’azienda, per poter commerciare in Europa deve essere conforme all’EAA.
Come si può bilanciare la necessaria semplificazione dei contenuti che ci vuole per far sì che tutte le tipologie di utenti abbiano una fruizione facilitata, al rischio “appiattimento” e scarsa “appetibilità” del contenuto stesso?
L’accessibilità dei contenuti web si basa sul presupposto che i contenuti siano: percepibili, comprensibili, utilizzabili e robusti. Proprio per questo motivo l’obiettivo è quello di semplificare, inteso come agevolare, la fruizione del contenuto da parte dell’utente secondo le sue esigenze.
Nell’ambito dell’e-Learning nulla vieta l’inserimento di elementi interattivi, contenuti audio e video o immagini, bastano alcuni piccoli accorgimenti come la navigazione manuale, fornire la trascrizione dell’audio, inserimento dei sottotitoli e un’impaginazione pulita e strutturata. Importante ricordare come il linguaggio tecnico rimane un punto fondamentale, possiamo pensare per esempio di utilizzare dei glossari.
Ci sono dei modi in cui l’AI può facilitare in termini di accessibilità nell’e-learning? Automatismi di check/progettazione/sviluppocorsi/piattaforme?
L’AI può essere sicuramente un grande alleato nella fase di progettazione del corso offrendo degli spunti su cui lavorare e personalizzare il corso. Molti authoring tool hanno integrato al loro interno strumenti di AI come per esempio la generazione automatica dei sottotitoli, creazione di moduli basati su un prompt e in alcuni casi la generazione di avatar che fungono da tutor durante il corso.
Parlando di piattaforme LMS, l’AI permette di creare percorsi formativi personalizzati attraverso l’adaptive Learning oltre che l’utilizzo di tutor e assistenti virtuali con l’uso di chatbots. In fine, l’AI consente una traduzione automatica oltre che generare trascrizioni, sottotitoli e text to speech.
Per quanto riguarda il test automatico dell’accessibilità deve essere inteso come un elemento da affiancare all’esame manuale fatto da parte di esperti.